Lecce – Di sabbia o all’uncinetto, su pietre o in barattoli, in originali villaggi o piazze storiche: i presepi viventi non si contano più nel Salento, tanto da essere diventati motivi di attrazione e di visitatori in un’area che va definendo sempre di più la propria poliedrica identità. E poco importa che le classifiche in tema collochino nei primi posti in Puglia per longevità la creazione della Natività in un paesino, Sanarica, a pochi chilometri da Otranto, piuttosto che Tricase o altri centri.
Nella Conca di Sant’Angelo, scorcio naturale di provata suggestione, in una dolina di roccia bianca circondata da alberi e con una cascatella, si svolge la rappresentazione circondata da profumi e sapori di ieri di oggi e di sempre. Spazio al gusto in ogni singola realtà: è questo uno dei richiami secondari di queste eccezionali festività, con la messa in mostra di piatti e pietanze tipiche come pucce, panzerotti di riso, calzoni, rustici e verdure selvatiche concludendo con marmellate di melecotogne e fragranti crostate farcite.
A una ventina di chilometri si accende dopo due anni di pandemia, il presepe di Monte Orco di Tricase. Siamo alla 41ma edizione secondo gli organizzatori, che rilevano le oltre 100mila presenze in tempi di pace. Ecco il tema dominante di questo appuntamento che non intende girarsi dall’altra parte davanti ad una guerra in corso. L’aria di mestizia più forte che in altre congiunture preoccupanti, per rimarcare la condanna di tutte le guerre, si aggiunge alle classiche e radicate emozioni di questi giorni. Ci pesano i duecento raffiguranti a offrire qualche distrazione mettendo in mostra mestieri ormai scomparsi e di artigiani impegnati in attività come il pelacane (conciatore di pelli), dello scalpellino e del cartapestaio, del funaro (creatore di funi) e del nachiro, il comandante dei frantoi oleari, il tutto ripreso e rilanciato da reti televisive e altri media, tra cui il previsto servizio su Rai1 della domenica mattina del 25.
Non sfuggono neanche altri appuntamenti, tra cui il presepe di sabbia di Scorrano. Opere realizzate da artisti internazionali, capolavori straordinari quanto fragili sono in mostra (Sandy Nativity si chiama) nel convento degli agostiniani fino all’8 gennaio. Nella cava di Strudà troverà anche quest’anno ospitalità nella Grotta scavata nel tufo che richiama quella di Greccio dove Francesco ambientò il mistero cristiano della nascita di Gesù. Era il 1223. Tre secoli dopo circa Giotto la immortalò.
Altra collocazione pressoché naturale è quella di Specchia, ufficialmente uno dei borghi più belli d’Italia. Tra le viuzze del centro sono previste varie manifestazioni con un falò finale in piazza del popolo.
L’agenda è insomma ricca tanto da far fatica a scegliere una destinazione piuttosto che un’altra. Il Natale pervade ogni cosa e in tanti paesi c’è l’ambizione di far rivivere Betlemme in casa propria. L’esuberante Barocco fa da cornice agli eventi di Nardò con zampognari e artisti di strada, con un occhio rivolto all’ambiente e al baratto promossi da Diritti a Sud e Collettiva. A Matino invece nel teatro verrà rappresentata la “vera storia di Babbo Natale” fra tradizioni e retroscena culturali. Villagio di Babbo Natale a Lecce, rione Santa rosa, e ad Alliste.
In quest’ultima comunità è tutto pronto per far rivivere il presepe sulla collina ubicato in corrispondenza di un ripido tornante della provinciale 211 che porta al mare. “Oggi alle 3 abbiamo ultimato la Regia di Erode”, è stato l’annuncio degli animatori targati associazione Insieme per il presepe e parrocchia della Trasfigurazione. “Ripartire non è stato per niente facile – dicono gli organizzatori del presepe vivente tra i più frequentati e con gli appassionati impegnati a tenere pulita la zona interessata anche nel resto dell’anno – ma guardare le foto delle edizioni passate ci ha motivati”. Ora è tutto pronto anche qui e in tanti ci stanno guardando. Buon Natale.
